Pubblichiamo la nota della Biblioteca Universitaria di Pisa sulla Sapienza. In attesa di buone notizie, speriamo.
martedì 26 giugno 2012
lunedì 18 giugno 2012
Fuochi d'artificio
Con il giugno pisano ormai entrato nella sua fase più calda, le recensioni della Luminara in questi giorni si sono sprecate, i toni entusiastici e gli elenchi delle cifre da capogiro della manifestazione campeggiano su tutte le testate locali. Certo l'evento è stato notevole: l'impiego dei fuochi d'artificio massiccio, sebbene accompagnato da musica quanto meno poco appropriata (cosa c'entrano Pavarotti e l'Ultimo dei Mohicani con San Ranieri?) e l'illuminazione più efficiente degli scorsi anni. Pochi tuttavia parlano dei lati meno edificanti della serata, voglio perciò riportare un ottimo post scovato sul blog pisano Fai Ammodino, che con ironia e realismo ne offre uno spaccato vero. Buona lettura.
Etichette:
Fai Ammodino,
giugno pisano,
Luminara,
Pisa
Ubicazione:
Pisa PI, Italia
venerdì 1 giugno 2012
Un appello per la Biblioteca Universitaria
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Adriano Prosperi e Giuseppe Marcocci sulla questione della Biblioteca Universitaria di Pisa in vista della Conferenza dei Servizi che si riunirà lunedì 4 giugno. Per sottoscrivere l'appello è sufficiente inviare una mail all'indirizzo g.marcocci@sns.it.
Appello per la Biblioteca Universitaria di Pisa
La chiusura del Palazzo della Sapienza, e con esso della Biblioteca
Universitaria, stabilita con ordinanza del Sindaco il 29 maggio
scorso, è stata un atto doloroso, ma inevitabile e necessario. Ma
ora tocca agli utenti e al mondo universitario nel suo insieme
prendere coscienza della gravità dei problemi che si aprono con
questo ennesimo colpo che si abbatte sul sistema bibliotecario
dell’università e della città. I cittadini, gli studenti e gli
studiosi di ogni parte del mondo si vengono ora a trovare privi di un
ricchissimo patrimonio librario di circa 600.000 volumi, costituitosi
nel corso dei secoli per effetto dell’attività di ricerca, di
insegnamento e di studio di una grande università. Accanto al
prezioso fondo antico composto da manoscritti, incunaboli,
cinquecentine e migliaia di edizioni seicentesche e settecentesche vi
sono raccolte le collezioni di fonti, di riviste e di saggi dei
secoli successivi, fino ai nostri giorni. Si tratta di un bene
pubblico di inestimabile valore e di uno strumento vivente di
formazione e lavoro per studenti, docenti e studiosi. Da questo
momento si apre una fase di forzata assenza di una fondamentale
risorsa dalla prospettiva dell’intera comunità degli studi, che
non è delimitata dai confini della città di Pisa. Una fase non
priva di rischi: in mancanza di un’informatizzazione dell’intero
catalogo, la parte più antica e più preziosa non solo scompare
semplicemente dalla prospettiva degli utenti ma la sua stessa
sopravvivenza materiale si fa precaria, affidata come sarà alle
vicende di spostamenti e passaggi di mano in una situazione in cui
basterà la perdita o la manomissione del catalogo cartaceo a rendere
irreperibili le opere. Se poi si allarga lo sguardo alla realtà
delle biblioteche pisane, risulta evidente che si sta delineando il
paradosso di una città straordinariamente ricca sia di libri, sia di
lettori, che però hanno sempre più difficoltà ad incontrarsi:
continua a crescere il numero di volumi messi in depositi lontani e
chiusi al pubblico, da quelli delle biblioteche di dipartimenti e
istituti dell’ateneo, che trovano sempre più collocazione in
magazzini nella zona industriale di Montacchiello, a quelli della
Biblioteca Comunale, un altro luogo chiuso in questo momento, in
attesa di una nuova sede ancora in fase di costruzione.
L’episodio pisano si inquadra in una crisi generale della tutela e
della gestione del patrimonio artistico e culturale. È una crisi di
sistema, che determina una proliferazione del cattivo funzionamento e
rende spesso inaccessibili quei beni stessi che dovrebbe tutelare. Si
assiste quotidianamente a danni irreparabili, a chiusure temporanee
di luoghi e centri che tendono poi, con estrema facilità, ad
acquisire carattere permanente, o “a tempo indeterminato”. Questa
è l’espressione che si legge adesso sull’home page del sito
della Biblioteca Universitaria di Pisa. Da qui il nostro appello alle
istituzioni nazionali e locali, dal Ministero dei Beni Culturali
all’Università e al Comune di Pisa, che lunedì 4 giugno si
riuniranno in una Conferenza dei Servizi per affrontare lo stato di
emergenza, in cui versa il Palazzo della Sapienza. Deve essere chiara
a loro e ai cittadini tutti la necessità che la Biblioteca
Universitaria sia attentamente tutelata in questa fase e che ne sia
garantita al più presto la riapertura nella sua antica e
tradizionale sede. Deve invertirsi qui la tendenza ad espellere nel
silenzio le biblioteche dal centro di una città come Pisa, che
rischia in tal modo di vedere alterata la sua fondamentale identità
di antica città degli studi.
Pisa, 1 giugno 2012
Etichette:
Adriano Prosperi,
Biblioteca Universitaria di Pisa,
Conferenza dei Servizi,
Giuseppe Marcocci,
Pisa,
Sapienza,
terremoto
Ubicazione:
Via Curtatone e Montanara, 56126 Pisa PI, Italia
Iscriviti a:
Post (Atom)