venerdì 1 giugno 2012

Un appello per la Biblioteca Universitaria


Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Adriano Prosperi e Giuseppe Marcocci sulla questione della Biblioteca Universitaria di Pisa in vista della Conferenza dei Servizi che si riunirà lunedì 4 giugno. Per sottoscrivere l'appello è sufficiente inviare una mail all'indirizzo g.marcocci@sns.it.


Appello per la Biblioteca Universitaria di Pisa

La chiusura del Palazzo della Sapienza, e con esso della Biblioteca Universitaria, stabilita con ordinanza del Sindaco il 29 maggio scorso, è stata un atto doloroso, ma inevitabile e necessario. Ma ora tocca agli utenti e al mondo universitario nel suo insieme prendere coscienza della gravità dei problemi che si aprono con questo ennesimo colpo che si abbatte sul sistema bibliotecario dell’università e della città. I cittadini, gli studenti e gli studiosi di ogni parte del mondo si vengono ora a trovare privi di un ricchissimo patrimonio librario di circa 600.000 volumi, costituitosi nel corso dei secoli per effetto dell’attività di ricerca, di insegnamento e di studio di una grande università. Accanto al prezioso fondo antico composto da manoscritti, incunaboli, cinquecentine e migliaia di edizioni seicentesche e settecentesche vi sono raccolte le collezioni di fonti, di riviste e di saggi dei secoli successivi, fino ai nostri giorni. Si tratta di un bene pubblico di inestimabile valore e di uno strumento vivente di formazione e lavoro per studenti, docenti e studiosi. Da questo momento si apre una fase di forzata assenza di una fondamentale risorsa dalla prospettiva dell’intera comunità degli studi, che non è delimitata dai confini della città di Pisa. Una fase non priva di rischi: in mancanza di un’informatizzazione dell’intero catalogo, la parte più antica e più preziosa non solo scompare semplicemente dalla prospettiva degli utenti ma la sua stessa sopravvivenza materiale si fa precaria, affidata come sarà alle vicende di spostamenti e passaggi di mano in una situazione in cui basterà la perdita o la manomissione del catalogo cartaceo a rendere irreperibili le opere. Se poi si allarga lo sguardo alla realtà delle biblioteche pisane, risulta evidente che si sta delineando il paradosso di una città straordinariamente ricca sia di libri, sia di lettori, che però hanno sempre più difficoltà ad incontrarsi: continua a crescere il numero di volumi messi in depositi lontani e chiusi al pubblico, da quelli delle biblioteche di dipartimenti e istituti dell’ateneo, che trovano sempre più collocazione in magazzini nella zona industriale di Montacchiello, a quelli della Biblioteca Comunale, un altro luogo chiuso in questo momento, in attesa di una nuova sede ancora in fase di costruzione.
L’episodio pisano si inquadra in una crisi generale della tutela e della gestione del patrimonio artistico e culturale. È una crisi di sistema, che determina una proliferazione del cattivo funzionamento e rende spesso inaccessibili quei beni stessi che dovrebbe tutelare. Si assiste quotidianamente a danni irreparabili, a chiusure temporanee di luoghi e centri che tendono poi, con estrema facilità, ad acquisire carattere permanente, o “a tempo indeterminato”. Questa è l’espressione che si legge adesso sull’home page del sito della Biblioteca Universitaria di Pisa. Da qui il nostro appello alle istituzioni nazionali e locali, dal Ministero dei Beni Culturali all’Università e al Comune di Pisa, che lunedì 4 giugno si riuniranno in una Conferenza dei Servizi per affrontare lo stato di emergenza, in cui versa il Palazzo della Sapienza. Deve essere chiara a loro e ai cittadini tutti la necessità che la Biblioteca Universitaria sia attentamente tutelata in questa fase e che ne sia garantita al più presto la riapertura nella sua antica e tradizionale sede. Deve invertirsi qui la tendenza ad espellere nel silenzio le biblioteche dal centro di una città come Pisa, che rischia in tal modo di vedere alterata la sua fondamentale identità di antica città degli studi.

Pisa, 1 giugno 2012

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